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Hai problemi i intestinali? Togli la verdura.
Hai problemi di colesterolo? Togli i latticini.
Hai problemi di trigliceridi? Togli la pasta e il pane.
Hai problemi di uricemia alta? Togli la carne.
Spesso mi capita che i pazienti vengano da me con un problema “medico” correlato anche allo stile di vita con il consiglio del medico o di un conoscente di eliminare questo o quello.
Capita di rado che venga detto alle persone di eliminare l’alcol, di limitare gli zuccheri e i dolci cibi industriali, o che si dica loro di fare più movimento…
Nessuno che chieda loro cosa e come stiano mangiando… Alle persone spessissimo viene detto loro di eliminare cibi che non consumano affatto!
I nostri medici sono impegnatissimi su mille fronti quindi questa non è una critica volta al loro lavoro, capisco che non possano permettersi di fare domande approfondite, hanno tanti pazienti e poco tempo. La mia è una critica di “sistema” .
Si corre si ha poco tempo, si crede che l’alimentazione sia una cosa o poco utile o semplice. Il sistema sanitario non la tiene minimamente in considerazione a scopo preventivo (quanti soldi si risparmierebbero?)
In realtà nella sua semplicità la nutrizione è anche molto complessa e solo chi ha una visione a 36°C riesce ad individuare meglio il problema o le criticità.
In generale, una cosa da tenere presente è di fare attenzione al consiglio generico! Il consiglio generico quasi mai risolve il problema e se lo risolve ne crea altri a cascata!
Un consiglio generico, inoltre, può creare molta confusione nelle persone che, eliminando un’intera categoria di cibi, finiscono con l’abusare di altre; in altri casi invece il consiglio non viene nemmeno compreso a fondo e il paziente inizia a far di testa sua, eliminando selezionatamene ciò che magari andava bene e continuando imperterrito a mangiare ciò che non va.
La soluzione o la migliore soluzione in ambito nutrizionale ve la può offrire solo un nutrizionista, perché è solo con la valutazione specifica del soggetto che è possibile capire come agire.
La nutrizione è una cosa complessa, non è come prendere una pastiglia. Mangiamo più volte al giorno, tutti i giorni della nostra vita e un consiglio singolo può generare confusione ma anche fare danni.
Se da una parte è vero che se si soffre di disturbi intestinali come intestino irritabile o disbiosi, consumare verdure accentua i sintomi, dall’altro lato le verdure non sono la causa di intestino irritabile ma ne accentuano solamente i sintomi, quindi eliminarle può magari migliorare la sintomatologia in un primo momento ma non eliminare la causa dei disturbi che generalmente è data da una flora intestinale (microbiota) non equilibrato.
Se si vuole provare da soli si può tenere presentee che alcune accentuano i sintomi, come lei brassicaeee (cavoli ecc), carciofi e asparagi, e aglio e cipolla. Quindi si può provare a eliminare solo quelle e consumare le altre in più porzioni al giorno. Se i sintomi migliorano allora si può pensare di reintrodurre qualche “assaggio” delle altre poco alla volta per ri-allenare l’intestino.
Se invece i sintomi non migliorano evita il fai-da-te ma contatta il tuo nutrizionista per una personalizzazione.
Eliminare cibi, soprattutto se cibi sani come le verdure e la frutta, non è quasi mai la soluzione. I cibi non sono causa del problema che deve essere indagato alla fonte.
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