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Capita spesso che in studio mi venga chiesto o detto di non togliere o non rinunciare a particolari cibi (in genere brioches/cornetto e biscotti o latte) perché senza questo o quel cibo si pensa di non essere in grado di poter vivere.
Sia chiaro, nessun cibo è da proibire completamente o evitare completamente, tuttavia è il modo e la frequenza con cui alcuni di questi cibi vengono consumati che deve spesso cambiare perché, come dice il titolo, possono generare circoli viziosi.
Mettiamo che il soggetto in questione non voglia rinunciare alla classica colazione con latte e biscotti. Possiamo inserirla noi, poveri nutrizionisti? In teoria si. Basta bilanciare il tutto con il resto della giornata e facilmente riusciamo a coprire correttamente fabbisogni e calorie.
In linea di massima e purtroppo nella maggior parte dei casi una serie di problemi:
1) molta fame a metà mattina, a cui il nostro soggetto riuscirà a resistere per un lasso di tempo variabile, ma poi non riuscirà più a saziarsi con frutta o frutta secca e finirà con dover fare uno spuntino più “corpulento” e per forza diventa uno snack…sempre in genere a base di prodotti simili (biscotti, barrette).
2) la convinzione (anche non voluta) che quei biscotti siano parte di un fabbisogno, che normalmente fa parte di una routine. Potrebbe anche essere se riuscite ad aggirarvi attorno alle 150kcal di zuccheri giornalieri ma con 50 g di biscotti già raggiungete la metà del fabbisogno e dovrete stare attenti poi con altri cibi come latte, yogurt, frutta, zuccheri nel caffè ecc perché concorrono tutti ad aumentare l’apporto di zuccheri.
3) l’eccesso di consumo di biscotti, oltre quelli indicati nella dieta, dato dal fatto che in genere sono alimenti che predispongono al consumo eccessivo, fino anche all’abbuffata. Ecco cosa può generare un povero biscotto!
Nota per il lettore: adoro i biscotti ma il loro uso va controllato sia per quanto riguarda quantità che frequenza.
Un altro esempio consiste nel mangiare poco a pranzo perché non si ha tempo. Può essere vero ma se si hanno 30 minuti si possono tranquillamente consumare cibi che completano il nostro fabbisogno; questo perché altrimenti il rischio è di arrivare affamati a orari sbagliati in cui o non ci ci si controlla o si rischia nuovamente di prediligere snack poco salutari.
Con questi esempi non voglio dire che non sia possibile fare quanto richiesto; in realtà voglio solo segnalare come spesso quanto richiesto sia indice di scarsa volontà al cambiamento. Si confida troppo in se stessi pensando che per seguire una dieta sana basta volerlo o che questa è la volta giusta in cui riuscirete a farlo definitivamente solo perché…lo volete.
Ma non è così. Il buon comportamento è generato anche dal cambiamento di quegli aspetti che possono portare a errori conseguenti. Mangiare bene è un comportamento anche generato dall’organizzazione e dalla prevenzione dei comportamenti che possono danneggiare una sana alimentazione. Non basta la volontà nel seguire la dieta, quella è la base di partenza; in seguito servono anche pazienza, accettazione, impegno, sforzo a cambiare ciò che di regola non funziona o non ha funzionato fino a quello momento.
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