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Le diete non sono tutte uguali, molti sanno che la dieta migliore non esiste, ed effettivamente se parliamo di diete che sono state etichettate, che hanno un nome e cognome, sono d’accordo.
Partiamo dal fatto che in genere le persone si approcciano a una dieta perché devono dimagrire.
Passando da diete più famose come la dieta dissociata, la dieta mediterranea, la dieta a zona, la dieta chetogenica, la dieta del digiuno intermittente o mima digiuno, a diete più vecchie come la dieta a punti o la dieta Dukan o la dieta weightwatcher o dieta del gruppo sanguigno queste diete hanno una grande cosa in comune: il fatto di essere state etichettate.
Agli esseri umani piace dare i nomi alle cose, e con l’avvento del social media sempre più si assiste all’etichettatura di qualsiasi pratica dietetica venga introdotta nel mondo. Dare i nomi serve per comprendersi meglio o per rendere reale una cosa. Fatto sta che penso che spesso l’etichettatura di una dieta serva solo per rendere la cosa più commerciale, quindi guadagnarci denaro o in generale per farsi belli; un po’ come quando un nutrizionista dice di usare un suo “metodo”, sono parole che possono affascinare.
Oltre all’etichettatura c’è una seconda cosa che in genere hanno in comune tutte le diete “famose”. Il fatto di essere ipocaloriche. Che cosa significa dieta ipocalorica? Dal greco hypo che significa sotto e calorica, possiamo semplicemente già capire che tutte queste pratiche modulano i cibi, i nutrienti, i tempi di assunzione, in modo che alla fine della giornata una persona consumi meno calorie di quelle che consuma.
Dal punto di vista scientifico è sempre valido infatti un solo principio. Che se mi approccio a una dieta per dimagrire e perdere peso, devo assumere meno calorie di quelle consumate.
Una dieta per dimagrire quindi può essere scelta in base a ciò che si adatta meglio alla persona. Se questa persona riesce a sostenerla, rimanendo abbastanza lungo in ipocalorica da arrivare al giusto calo di peso, la dieta potrebbe andare anche bene.
E’ da vedere se la dieta applicata fa perdere solo grasso corporeo (cosa che deve avvenire per una dieta che non crei danni) o porti anche a perdite eccessive di massa magra, vale a dire a deperimento, con conseguenti effetti negativi sulla salute.
Mettiamo che la dieta scelta faccia perdere peso male dobbiamo già considerare che questa non vada bene ma mettiamo che faccia perdere peso correttamente. La seconda considerazione che ne consegue è: questo modo di alimentarsi è sostenibile in un momento successivo.
Una dieta alla moda infatti è quasi sempre in grado, se mantenuta per periodo sufficiente, di far perdere peso ma cosa succede dopo?
La dieta mi ha permesso di uscire e concedermi delle libertà? Riesci a gestirle? La dieta ha eliminato molti cibi o la possibilità di alimentarsi in certi orari che non sono compatibili con lo stile alimentare delle persone con cui vivi?
La dieta mi ha sostenuto in ogni aspetto permettendomi di stare fisicamente e fisiologicamente bene? La dieta mi permette di sostenere la performance sportiva?
Se anche solo una delle risposte alle domande precedenti è negativa allora probabilmente quella dieta non faceva per te, e se le risposte erano tutte positive? Beh se hai fatto una di quelle diete allora un professionista ti ha accompagnato. Ti ha preparato anche al dopo.
Prepararti al dopo è uno dei compiti che ha il nutrizionista, a mio avviso. Il percorso con i miei pazienti non è basato sul fatto “prendi questa dieta e falla finché sei dimagrito”. E’ un lavoro che richiede ascolto e anche conoscenza del paziente. Il nutrizionista a mio avviso si deve interessare alla vita del paziente perché la vita è costantemente caratterizzata da occasioni conviviali, da momenti di difficoltà pratica, organizzativa, emotiva. Ogni persona ha le sue esigenze e le sue peculiarità che non riguardano solo gli aspetti salutistici ma anche quelli pratici. Come nutrizionista quindi è importante applicare non diete “di moda” ma, seguendo linee guida scientifiche, adattare queste linee alla pratica quotidiana del singolo soggetto che possano portarlo a dimagrire, a stare meglio, a migliorare la propria composizione corporea, aumentare la massa muscolare o mantenere il peso.
Mi capita veramente spesso di vedere pazienti che mi chiedono aiuto nonostante siano già stati da colleghi. Hanno evitato il fai-da-te ma i colleghi non hanno soddisfatto le aspettative. Guardo le loro diete e di conseguenza chiedo cosa non sia andato. Le diete sono spesso fatte secondo linea guida. Tot carboidrati, tot calorie, tot grassi e proteine. Tutto a regola d’arte. Subito quindi non capisco cosa si aspetti il paziente, poi parlando e approfondendo, riguardo la dieta e vedo cosa non va, vedo la dieta sotto un’altra luce. Vedo una dieta fatta con lo sforzo minimo. Vedo una dieta fatta da una professionista che vuole fare il compito e prendere 6. Prendi questa dieta, le cose stanno così, il mio lavoro l’ho fatto, se non ti va bene è colpa tua.
Quando va bene, il paziente non scappa, deluso, senza dire nulla ma torna e ti chiede aiuto.
L’aiuto che chiede il paziente non deve rimanere inascoltato. E a mio avviso perché succede cosi spesso? Perché così tanti nutrizionisti non riescono a centrare bene il punto?
Beh, non tutti fanno questo lavoro perché lo amano, non tutti lo fanno e sono portati davvero per farlo. Devi scegliere un professionista con la P maiuscola; che abbia studiato, si aggiorni, ma abbia anche pazienza, ti ascolti e.. cosa non banale…abbia anche creatività. Il mio lavoro è anche un lavoro creativo e questo molte persone non lo sanno.
Ecco perché alla fine di questa trattazione posso concludere rispondendo alla domanda inziale, qual è la dieta migliore?
La dieta migliore è quella che si adatta a te. Ce n’è ognuna diversa per ogni persone. E per questo quindi se dobbiamo darle un nome la dieta ideale di Luca è la dieta di Luca, quella di Marzia, è la dieta di Marzia, quella di Veronica è quella di Veronica.
E il nutrizionista serve a farti scoprire qual è davvero la tua.
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